Brutta batosta per gli amanti dei dolci, uno dei più grandi colossi del settore messo in ginocchio dalla Commissione europea.
Una multa salatissima quella ricevuta da Mondelez International nei giorni scorsi, a comminarla niente meno che la Commissione europea. Da tempo infatti da Bruxelles tenevano d’occhio il colosso del settore dolciario – proprietario tra l’altro di marchi famosissimi come Toblerone, Milka e Oreo –, alla fine la sanzione è apparsa come inevitabile. Il motivo alla base del provvedimento, inoltre, è abbastanza curioso.
Pare infatti che Mondelez abbia violato i regolamenti sulla concorrenza attualmente in vigore nell’Unione europea. Una “pratica illegale” che avrebbe consentito all’azienda di guadagnare di più dalle vendite in alcuni Paesi membri, finendo di fatto col danneggiare i consumatori. Nonostante il comportamento scorretto, comunque, la multa è stata ridotta del quindici per cento, considerato il rispetto procedure di cooperazione e l’ammissione di responsabilità.
Ammonta a oltre trecento milioni di euro – per l’esattezza 337,5 milioni di euro – la multa comminata dalla Commissione europea nei confronti di Mondelez International, la multinazionale statunitense che ha in commercio prodotti come la cioccolata Milka, il Toblerone e i biscotti Oreo. Una batosta non di poco conto per l’azienda, nonostante l’enorme volume di entrate che riesce a registrare di consueto, che in passato avrebbe violato i regolamenti sulla concorrenza imposti dall’Unione europea, ostacolando gli scambi e la vendita tra stati membri.
L’indagine si è concentrata su un arco temporale di quattordici anni, tra il 2006 e il 2020, durante i quali Mondelez ha stretto “accordi anticompetitivi o pratiche coordinate” con lo scopo di “limitare il commercio transnazionale di vari prodotti di cioccolata, biscotti e caffè”. E non solo, perché avrebbe anche “abusato della propria posizione dominante in certi mercati nazionali per quanto riguarda la vendita delle tavolette di cioccolata”.
Da Bruxelles, in particolare, avrebbero condannato il rifiuto del colosso dolciario di rifornire uno dei distributori presenti in Germania, così da rendere complicata la vendita dei propri prodotti in Paesi come Bulgaria, Belgio, Austria e Romania ovvero lì dove i prezzi sono generalmente più alti. Stessa cosa è successa con i Paesi Bassi, che esportano anche in Belgio, sempre per via dello specifico valore commerciale dei beni in questione.
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