Alcuni alimenti possono portare più facilmente alla morte: lo studio indica quali sarebbe meglio evitare per vivere più a lungo.
Che il cibo incida enormemente sulla salute è risaputo sin dall’antichità. Ippocrate diceva: “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. O ancora, “più recentemente”, il filosofo Ludwig Feuerbach diceva “Siamo ciò che mangiamo”.
Spesso si indagano tutti i benefici del mangiare un certo alimento e si cerca di avere un’alimentazione sana e consapevole. Eppure, bisognerebbe fare anche attenzione alla cosa opposta: ci sono alcuni alimenti che conducono più facilmente alla morte e sarebbe meglio evitare.
E magari sono proprio quelli che abbondano sulle nostre tavole e, inconsapevolmente, ci tolgono giorni di vita.
Stando ad uno studio pubblicato sul British Medical Journal dai ricercatori della Chan School of Public Health di Boston, dell’Università di Harvard e di altre università è emerso quali alimenti sarebbe meglio evitare se si vuole vivere più a lungo e in salute.
Gli “incriminati” sono gli alimenti ultra processati perché colpevoli di far insorgere malattie cardio e cerebrovascolari, diabete, e alcuni tumori. Il consumo di grandi quantità di questi prodotti può alla lunga aumentare il rischio generale di morte. I ricercatori hanno processo in esame le “infermiere”: ben 75.000 infermiere di 11 stati americani, seguite tra il 1984 e il 2018, tutte in buona salute al momento del reclutamento.
Dall’altra parte sono stati studiati i “professionisti sanitari maschi”: ben 40.000 medici e infermieri di 50 stati, tra il 1986 e il 2018. Anche loro non avevano patologie all’inizio dell’indagine. In entrambi i casi, ogni quattro anni i partecipanti dovevano rispondere ad un questionario sulle proprie abitudini alimentari. Inoltre, ogni due anni venivano attentamente valutate le loro condizioni di salute.
Nei rispettivi 34 e 31 anni di follow up si sono verificati 30.100 decessi circa tra le donne, e 18.000 tra gli uomini. Sono state confrontate le diete e la mortalità di queste persone oggetto d’esame. I ricercatori hanno dimostrato che chi era nel quartile più alto (sette porzioni al giorno) del consumo di ultra processati, aveva anche un rischio di morte, per qualunque causa, superiore al 4% rispetto a chi rientrava nel quartile più basso (tre porzioni al giorno).
Inoltre, questi soggetti avevano un aumento del 9% del rischio di morire per patologie diverse da tumori o patologie cardiovascolari, e dell’8% per patologie neurodegenerative.
Dallo studio è emerso quindi che i grandi consumatori di alimenti ultra processati avevano una mortalità di 1.536 persone ogni 100.000 per anno, mentre gli altri si fermavano a 1.472 su 100.000. Non è emersa, invece, un’associazione specifica con i decessi per tumori, malattie cardiovascolari o respiratorie.
Si è compreso anche quali alimenti sono i peggiori: in particolare i piatti pronti a base di carne di manzo, di pollo o di pesce. Attenzione anche alle bevande zuccherate, ai dessert con derivati del latte e ai prodotti ultra processati da colazione.
Per limitare il problema del consumo degli ultra processati, dovrebbero essere introdotte delle tasse specifiche come la “sugar tax” per segnalare alimenti non sani e messi divieti alle pubblicità (soprattutto rivolte ai bambini). Questo, per scoraggiare l’abitudine a mangiare alimenti il cui consumo dovrebbe essere limitato a vantaggio di quelli più sani.
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