Esistono varie storie sull’origine del cantalupo, il melone giallo-arancio a buccia reticolata di cui gli italiani fanno grande uso.
Partiamo col dire che esistono più varietà di cantalupo. Il melone cantalupo che oggi viene considerato classico, vale a dire quello che torna più frequentemente in tavola con l’estate, dalla buccia giallo-arancione e il profumo così caratteristico, probabilmente è presente sul territorio nazionale soltanto da pochi anni.
Non ci sono notizie certe, ma la tradizione vuole che il primo cantalupo, quello che è stato introdotto in Italia più o meno nel Settecento, fosse un frutto leggermente costoluto, con un una polpa dolce e saporita e una buccia grigio-verde…Una buccia quindi assai diversa da quella del melone oggi più noto, che invece potrebbe essere arrivato molto più tardi.
Secondo alcune ricostruzioni, addirittura solo negli anni ’50 del Novecento. A portare in Italia il melone cantalupo giallo furono infatti gli americani. Ed è appunto questa varietà (dalla buccia reticolata, di colore giallo-arancione, dalla polpa più densa e moderatamente dolce) che oggi si vede in tavola con prosciutto.
Esiste a tal proposito una bella leggenda diffusa in Puglia e risalente al periodo della Seconda guerra mondiale. Si racconta che le truppe americane portarono con loro dei semi di un ibrido americano del melone, noto come “Cantaloupe”. Questi semi furono poi piantati nella zona di Apricena.
Il loro profumo intenso, nelle serate d’estate, riempiva il paese. E si cominciò a dire che questo profumo avesse il potere di ipnotizzare i lupi. Di incantarli. In realtà, il nome cantalupo era già noto anche in Italia e traeva le sue origini da fatti che nulla hanno a che fare con le bestie feroci.
Già gli antichi Romani erano grandi consumatori di meloni, anche se li usavano soprattutto nelle insalate. Nel Medioevo si cominciò a trattare il prodotto come frutta. E ci fu una grande diffusione, dato che il melone dà origine a tantissimi semi, molto fecondi, cresce facilmente e può anche supera il chilogrammo di peso.
Il cantalupo come varietà è arrivato più tardi. Intorno al ‘700, quando qualche botanico lo importò dall’Armenia. I coltivatori lo collegarono alla specificazione cantalupensis, allorquando i missionari tornati dall’Asia lo introdussero intorno al castello pontificio di Cantalupo, una località della Bassa Sabina, oggi in provincia di Rieti. Anche in quelle zone, però c’è chi dice che il nome faccia riferimento ai lupi.
Più precisamente al canto dei lupi alla luna, visto che il melone ha una forma rotonda e un colore giallo: caratteristiche che ricordano un po’ la luna piena a cui i lupi sono soliti ululare… E questa, di sicuro, è la leggenda più poetica cui far riferimento.
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