Se le usi in cucina dovrai ricrederti, non sono sicure ed ecologiche come sembrano: “Dati imbarazzanti”
Materiali e prodotti che sembrano eco-friendly e naturali possono in realtà nascondere verità inaspettate e preoccupanti.
In questo periodo storico, in cui la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente sono al centro del dibattito pubblico e politico, molti cercano di fare delle scelte consapevoli nella quotidianità, preferendo ad esempio alcuni materiali e prodotti piuttosto che altri. Tuttavia, non tutto ciò che viene presentato come eco-friendly o biodegradabile è davvero sicuro per l’ambiente, anzi. Infatti, molti materiali pubblicizzati in quanto talipossono contenere delle sostanze chimiche pericolose che mettono a rischio sia la nostra salute che quella ambientale.
Dei recentissimi studi hanno rivelato che alcuni di questi, spesso considerati la scelta migliore per il pianeta, nascondono delle problematiche inaspettate. Un esempio perfetto arriva da uno studio belga che ha scoperto la presenza di Pfas (perfluorinated alkylated substances) in molti oggetti di uso quotidiano. Scopri di cosa si tratta.
I materiali eco-friendly non sono sempre sicuri: svelati i dati preoccupanti di un prodotto comune
È di uso comune pensare che materiali come carta e bambù, spesso utilizzati in sostituzione della plastica, siano sicuri e migliori per l’ambiente e per la nostra salute a lungo termine. Tuttavia, uno studio recente condotto dall’Università di Anversa ha messo in luce una verità allarmante: molte di queste alternative contengono tracce di Pfas, noti come “forever chemicals” per la loro capacità di rimanere nell’ambiente per migliaia di anni. Questi inquinanti sono collegati a numerosi problemi di salute, tra cui tumori, disturbi della tiroide, colite ulcerosa e colesterolo alto.
I ricercatori hanno analizzato 38 marche di cannucce vendute in Belgio, scoprendo che 27 di queste contenevano Pfas, quindi una percentuale altissima. Le cannucce di carta sono considerate tra le più ecologiche, ma in realtà risultavano come le più contaminate: 18 su 20 contenevano questi composti chimici. Anche le cannucce di bambù, vetro e plastica presentavano tracce di Pfas, mentre le uniche a risultare idonee erano quelle in metallo. Sebbene i livelli di Pfas trovati nelle cannucce siano generalmente piuttosto bassi, l’uso frequente potrebbe portare ad un accumulo, rappresentando un rischio potenziale e proporzionale.
I ricercatori ipotizzano che i Pfas siano utilizzati intenzionalmente per rendere le cannucce idrorepellenti, migliorandone la durata, altrimenti piuttosto breve. Tuttavia, questa pratica contraddice l’idea di sostenibilità, poiché i Pfas non sono assolutamente biodegradabili, tutt’altro.
Alla luce di queste scoperte, qual è la soluzione per ridurre l’esposizione ai Pfas? Gli esperti suggeriscono di optare per cannucce in acciaio inossidabile, che sono risultate prive di contaminazione. Chiaramente, evitare del tutto l’uso delle cannucce potrebbe essere la scelta più sicura e sostenibile a lungo termine. In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della sostenibilità, è importantissimo andare oltre le etichette e fare delle scelte davvero informate e consapevoli, senza fermarsi al primo step. Ecco perché è bene non dare per scontato tutto ciò che viene venduto come ecologico, poiché potrebbe non esserlo.
Chiara Poiani
Redattrice da un paio di anni, mi occupo soprattutto di articoli di cucina, lifestyle, home decor e viaggi. La mia passione è fare attività fisica immersa nella natura e dedicarmi alla sperimentazione di ricette sempre nuove, prendendo spunto dalla ricca cultura culinaria italiana, ma esplorando anche le tradizioni degli altri paesi. Nel tempo libero amo anche andare a pesca e leggere romanzi, soprattutto di genere poliziesco e gialli.