Non riuscivo mai a digerire la pizza, poi l’ho fatta con questo ingrediente: tutta un’altra storia

La pizza è uno dei piatti più amati e conosciuti al mondo, capace di conquistare i palati di grandi e piccini grazie alla sua incredibile versatilità. Ma cosa rende una pizza non solo deliziosa ma anche facilmente digeribile?

Scopriamolo insieme esplorando la preparazione di una pizza in teglia al farro, un’alternativa gustosa e leggera che non rinuncia alla croccantezza.

Pizza e processo di digestione
Come digerire la pizza (TrattoriaPandemonio.it)

La base per una buona pizza parte dalla selezione degli ingredienti, in particolare delle farine. Per la nostra pizza in teglia, l’impasto si compone principalmente di farina di farro integrale, a cui si aggiungono semola di grano duro e un po’ di farina di grano tenero tipo 1. Questa combinazione non solo garantisce una struttura ottimale ma rende l’impasto altamente digeribile.

Il contenuto ridotto di glutine presente nel farro è un vantaggio per la digestione, sebbene possa presentare sfide nella lavorazione dell’impasto per ottenere la giusta consistenza.

Come digerire la pizza

Il processo di lievitazione è cruciale per ottenere una pizza soffice all’interno e croccante all’esterno. Utilizzando due grammi di lievito secco, l’impasto richiede circa 7-8 ore a 25°C per lievitare adeguatamente. È importante adattare la quantità di lievito alle condizioni ambientali: aumentandola leggermente se la temperatura è più bassa o sostituendola con il doppio del lievito fresco o con il lievito madre seguendo le proporzioni indicate. L’idratazione al 60% contribuisce a creare un impasto lavorabile che mantiene le sue qualità aromatiche grazie all’utilizzo del farro integrale.

Dopo aver idratato adeguatamente l’impasto, arriva il momento della sua lavorazione manuale. Questo passaggio richiede attenzione nel manipolare il glutine presente: attraverso pieghe specifiche si cerca infatti di rinforzare l’impasto senza comprometterne l’elasticità. Nonostante le difficoltà imposte dalle caratteristiche delle farine integrali utilizzate, con le giuste tecniche è possibile evitare che l’impasto collassi su sé stesso durante le successive fasi.

Una volta diviso nelle apposite teglie da forno – preferibilmente in ferro blu per garantire una cottura uniforme – l’impasto viene lasciato riposare nuovamente permettendo così una seconda lievitazione diretta nella sua forma finale. Questo passaggio è essenziale per conferire alla futura pizza quella leggerezza interna tanto desiderata senza alterarne ulteriormente la struttura con manipolazioni superflue.

Pizza da digerire
Come digerire la pizza (TrattoriaPandemonio.it)

Mentre attendiamo che il nostro impasto raggiunga lo stato ottimale grazie alla seconda lievitazione, possiamo dedicarci alla preparazione degli ingredienti che arricchiranno il gusto della nostra pizza. Tra questi troviamo rappresentanti eccellenti della dieta mediterranea come pomodori freschi datterini, cipolla rossa resa dolce da una breve cottura al microonde – trucco utile a preservarne turgidità mantenendola estremamente digeribile – fino ad arrivare ai formaggi come fior di latte tagliato a listarelle o stracciatella del barese.

Con gli ingredienti prontamente disposti sulla superficie dell’impasto ormai ben lievitato nelle sue teglie si procede infine alla cottura; temperature consigliate variano dai 250 ai 300 gradi statico a seconda dello spessore desiderato ed eventualmente dei tempi disponibili assicurando così quella croccantezza esterna contrapposta a un interno soffice ed invitante tipico delle migliori pizze artigianali italiane.

Questi sono tutti processi importanti per rendere la pizza maggiormente digeribile.

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